SE TUTTE LE SOCIETÀ si comportassero come la RiCompro, avremmo un numero di truffe informatiche praticamente azzerato. Sì, perché sono stati proprio i responsabili della start up che commercializza cellulari e tablet usati, fondata nel 2016 dal tedesco Fabian Thobe, ad allertare i carabinieri della stazione Sempione, contribuendo così a bloccare acquisti a tre zeri con una carta di credito clonata. Ecco la ricostruzione. Lunedì scorso, sul portale on line della srl arrivano due ordinazioni per tre i-Phone del valore complessivo di 2.700 euro a nome di Hamza Doumi, 28enne marocchino residente a Cinisello Balsamo.
L’IMPORTOè ingente, scattano i controlli di sicurezza. E così gli addetti scoprono che lo stesso cliente ha effettuato «molteplici tentativi di ordini con carte diverse» e che la credit card finita sotto i riflettori è stata emessa dalla Bpm. A quel punto, gli impiegati dell’istituto di credito contattano il titolare della tessera, che risulta essere un notissimo chirurgo (di cui omettiamo le generalità) responsabile dell’Unità operativa di ortopedia in un centro clinico milanese: il camice bianco, 55 anni, nega di aver autorizzato quel pagamento. Parte la segnalazione ai militari, che consigliano agli operatori della RiCompro di prendere tempo e di concordare con il presunto truffatore un incontro in sede per il ritiro dei telefoni. Doumi si presenta puntuale all’appuntamento, alle 9.30 di martedì. Ad aspettarlo ci sono i carabinieri, che lo fermano all’uscita e lo perquisiscono: con sé ha il pacco contenente i tre i-Phone e una riproduzione su carta fotografica della carta di credito emessa dalla Bpm a nome del 55enne. Di più: a casa, gli investigatori trovano pure una pistola a tamburo di vecchia fabbricazione Velodog calibro 10. Doumi finisce in manette: potrebbe trattarsi di un truffatore seriale, visto che, come fatto sapere dal titolare della carta, nei giorni scorsi aveva già effettuato operazioni per 12.789 euro, più altri 27 tentativi andati a vuoto.